Sarà per quel suo essere "poesia" più che solo l'utilizzo di un'arma come l'arco.
La precisione, la concentrazione, l'eleganza, il tutto condito da una grande maestria... rimango folgorata ogni volta che ne vedo rappresentazioni o solo ne sento parlare...
E ora parliamo un pò di questa affascinante arte. ( il post sarà un pò lunghetto perchè voglio affrontare bene questo argomento, ma taglierò corto sui cenni storici ;) )
Qualche cenno storico
Lo sviluppo dell’arcieria giapponese può essere diviso in cinque periodi storici: il periodo preistorico (da circa 7000 a.C. fino al 330 a.C.), il periodo antico (330 a.C. - 1192), il periodo feudale (1192-1603), il periodo di transizione (1603-1912) e il periodo moderno (dal 1912 ad oggi).
Nei primi 4 periodi storici l'arco è passato da mero strumento di caccia a vero e proprio strumento di potere; culmine del suo utilizzo è grazie all'ascesa dei samurai.
L'introduzione del termine kyudo, secondo molte fonti, risale al periodo di transizione, quando Morikawa Kozan, lo utilizzò per primo; ma ci vollero circa 200 anni prima che il termine fosse riconosciuto, visto l'attenzione per le armi moderne a discapito delle arti antiche.
( per info più dettagliate cliccate QUI )
Attrezzatura necessaria
Yumi 弓 - L'arco
L'arco giapponese non ha eguali nel mondo, è molto lungo, senza nessun equipaggiamento ed è assimetrico: l'impugnatura è più in basso del centro, questo per permettere un uso agevole anche agli arceri a cavallo o ai guerrieri in ginocchio.
Ai giorni nostri i materiali usati per la costruzione degli archi variano dalla fibra di vetro alla fibra di carbonio, ma il materiale tradizionale per la loro costruzione e' rimasto il bambu', con il quale si costruiscono ancora meravigliosi archi secondo le tecniche tradizionali.
Naturalmente il bambu' e' il materiale migliore, bisogna però tenere conto della sua natura delicata e sensibile, per la quale e' richiesta una grande attenzione sia per la manutenzione che per l'uso. Per questo motivo ai principianti si consiglia di incominiciare con archi in fibre moderne, molto meno delicati, piu' economici e pratici.
Sia la lunghezza che la forza dell'arco variano in funzione dell'arciere. Per la lunghezza si applicano i seguenti valori legati all'altezza:
Altezza arciere | Altezza arco |
meno di 1.50mt | Sansun-tsumari 2,12 m |
da 1.50m a 1.65m | Namisun 2,21 m |
da 1..65m a 1.80m | Nisun-nobi 2,27 m |
da 1.80m a 1.95m | Yonsun-nobi 2,33 m |
da 1.95m a 2.10m | Rokusun-nobi 2,39 m |
superiore a 2.10m | Hassun-nobi 2,45 m |
Per la forza dell'arco ci si basa sulla forza dell'arciere e si va' di media da un minimo di 10 Kg ad un massimo di 25 Kg, anche se anticamente, per scopi bellici gli archi dovevano essere molto forti e superavano anche i 30 Kg.
Ya 矢 - La freccia
Sono molto piu' lunghe delle frecce occidentali arrivano a superare il metro e anche l'impennatura e' di conseguenza piu' lunga.
Il materiale usato tradizionalmente per le aste (no) e' sempre il bambu', ma al giorno d'oggi si usano anche altri materiali piu' versatili ed economici quali il carbonio e l'alluminio. Le piume sono pero' sempre naturali, tacchino, oca, oppure per le piu' pregiate piume di rapace come aquila o falco.
Le punte (yanone) sono di ferro e possono variare di forma in base all'esigenza del tiro che viene effettuato (mato/makiwara). Molto elaborate e anche di grandi dimensioni invece, le punte da guerra o usate per scopi cerimoniali (yajiri). Attualmente anche le cocche (hazu) hanno ceduto ai materiali moderni e sono di plastica, mentre tradizionalmente erano di materiali naturali tipo il corno.
Yugake 弓懸 - Il guanto
Indossato sulla mano destra si usa un guasto protettivo (yugake). Ci sono fodamentalmente tre tipi di yugake usati oggi: mitsugake (guanto a tre dita), yotsugake (a quattro dita) e morogake (a cinque dita). Hanno un pollice (boshi) rinforzato e presentano una tacca alla base (tsurumakura) dove viene agganciata la corda. Anche oggi e' fatto solo con materiale naturale come la pelle di cervo.
Tsuru 弦 - La corda
Le corde sono anche'esse prodotte sia ancora con materiali naturali come la canapa, che e' pero' delicata, sia con materiali totalmente sintetici o con miscelati che rendono il prodotto piu' resistente. Vengono usati diversi spessori in base alla potenza dell'arco e alla velocita' dello sgancio.
Come per tutta l'attrezzatura anche la corda, per prolungarle la vita, necessita' della sua manutenzione mediante resina di pino. La corda, quando non e' montata sull'arco, viene conservata avvolta nello tsurumaki in modo da averla sempre pronta in caso si rompa quella in uso.
Gli stili
L'A.N.K.F. (All Nippon Kyudo Federation) riconosce due stili: lo stile Shomen e lo stile Shamen.
La differenza più evidente fra i due stili è nel modo di sollevare l'arco (uchiokoshi):nello stile Shomen (di fronte) l'arco viene sollevato e aperto di fronte e al centro del corpo dell'arciere.
nello stile Shamen (lateralmente) l'arco viene sollevato e aperto sul lato sinistro del corpo.
Lo stile Shomen è frutto di una sintesi, operata nel 1900 in Giappone, atta a codificare e uniformare in un unico nuovo stile le altre scuole conosciute. Lo stile Shomen ha un carattere più “cerimoniale” e si rispecchia sopratutto nelle seguenti caratteristiche:
MIYABI (eleganza)
MONO NO AWARE (sensibilità per le cose)
WABI (calma profonda)
SABI (sobrietà, purezza).
Nello stile Shomen l'arco è alzato davanti all'arciere con la freccia mantenuta parallela al pavimento.
SHAHO HASSETSU
Le azioni per l’esecuzione del tiro si sviluppano secondo una precisa sequenza (hassetsu), che stimola il praticante a ricercare un’armonia interiore ed esteriore; all’inizio l’arciere si pone davanti al bersaglio, quindi viene assunta la posizione di guardia, effettuando con estrema cura la presa dell’arco e della corda; quindi l’arco viene sollevato al di sopra del capo e lentamente aperto con un gesto calmo e sicuro, mantenendo il perfetto bilanciamento fra la tensione della corda e la spinta dell’arco. Giunti alla massima apertura si permane in questo stato di tensione senza intenzione, aspettando che lo sgancio sopraggiunga in modo naturale, quasi a sorprendere il tiratore. Il momento del rilascio è il culmine dell’azione ma l’attenzione dell’arciere deve proseguire anche dopo di esso; anzi, lo stato finale dopo il tiro è proprio il momento in cui viene manifestata la reale qualità del tiro, così come la vibrazione dopo il rintocco di un gong ne manifesta l’armonia del suono.
MIYABI (eleganza)
MONO NO AWARE (sensibilità per le cose)
WABI (calma profonda)
SABI (sobrietà, purezza).
Nello stile Shomen l'arco è alzato davanti all'arciere con la freccia mantenuta parallela al pavimento.
SHAHO HASSETSU
Le azioni per l’esecuzione del tiro si sviluppano secondo una precisa sequenza (hassetsu), che stimola il praticante a ricercare un’armonia interiore ed esteriore; all’inizio l’arciere si pone davanti al bersaglio, quindi viene assunta la posizione di guardia, effettuando con estrema cura la presa dell’arco e della corda; quindi l’arco viene sollevato al di sopra del capo e lentamente aperto con un gesto calmo e sicuro, mantenendo il perfetto bilanciamento fra la tensione della corda e la spinta dell’arco. Giunti alla massima apertura si permane in questo stato di tensione senza intenzione, aspettando che lo sgancio sopraggiunga in modo naturale, quasi a sorprendere il tiratore. Il momento del rilascio è il culmine dell’azione ma l’attenzione dell’arciere deve proseguire anche dopo di esso; anzi, lo stato finale dopo il tiro è proprio il momento in cui viene manifestata la reale qualità del tiro, così come la vibrazione dopo il rintocco di un gong ne manifesta l’armonia del suono.
- Ashibumi (Posizionamento dei piedi)
- Dozukuri (Posizionamento del busto)
- Yugamae (Preparazione dell'arco)
- Uchiokoshi (Sollevare l'arco)
- Hikiwake (Apertura dell'arco)
- Kai (Piena estensione )
- Hanare (Rilascio)
- Zanshin (Lo spirito e la forma che permangono)
- Heki ryû Insai ha, fondata da Yoshida Genpachirô Shigeuji (1561 - 1638), divenuto monaco con il nome di Insai Issuiken a Kyôto; questa scuola diventerà successivamente la Heki Tô Ryû alla corte dello Shôgun Tokugawa; e' attualmente la scuola antica piu' diffusa in occidente.
- Heki ryû Chikurin ha, fondata dal monaco Ishido Chikurinbô Josei della setta tantrica del buddismo Shingon; praticato in origine al monastero di Wakayama, taluni affermano che non è provata la discendenza diretta da Heki Danjo; la scuola si dividerà successivamente nei due rami Bishû Chikurin (fondata da Ishido Sadatsugu, figlio di Josei) e Kishû Chikurin (fondata da Daiuemon Tsunetake più conosciuto come monaco buddista con il nome di Yoshimichi Junsei);
- La Heki ryû Sekka ha, con la recente scomparsa del Maestro Ônuma e non avendo egli tramandato ufficialmente la sua arte, è da considerare l'ultima, fra le antiche tradizioni ad essere estinta.
Per tutte queste info ringrazio il sito http://www.associazioneitalianakyudo.it
Davvero un bell'articolo.
RispondiEliminaPer un praticante di arti marziali come me non può che essere una piacevole lettura.
Anche a me il kyudo mi ha sempre affascinato ma devo ammettere che non ne sapevo proprio nulla.
Grazie delle info, ne farò tesoro.
Deve però essere interessante anche la storia.
Ti ringrazio Shoras!
RispondiEliminaHo voluto "tagliare corto" sulla storia perchè è molto lunga da inserire in un blog, però magari potrei farci un post a parte, ci penserò :P
Ecco sì sarebbe interessante spero che in un futuro la metterai :)
RispondiElimina