giovedì 27 gennaio 2011

Chōchin 提灯 - La lanterna di carta


Bellissime e suggestive, questi semplici artefatti di carta, sono entrati nell'immaginario comune come uno dei tanti simboli che identificano il Giappone.

Utilizzati da esercizi commerciali, ristoranti e templi, risalgono al periodo Muromachi (1333-1568), usate come illuminazione fissa o, poste alla sommità di un bastone, come luce per il cammino dei viandanti.
Tra dizione vuole che abbiano anche un significato simbolico: la luce delle lanterne serviva per scacciare gli spiriti maligni.

Comunemente di forma ovale o tonda, fatti di carta washi, la così detta "carta giapponese", sostenuta da una leggera intelaiatura in bambu e alle estremità tenuta da due anelli in legno, sono decorati con stemmi o scritte, o più raramente da disegni.

Lo stemma è generalmente impresso in nero su sfondo bianco, mentre le scritte sono in nero su fondo rosso.
Lo stile delle scritte è quello del periodo Edo e in particolare quello che veniva usato nel teatro kabuki all'epoca.

Come abbiamo detto prima i disegni sono molto più rari, vengono dipinti quasi esclusivamente per le lampade destinate ai templi.


Ci sono diverse tipologie di Chōchin:
- takahari Chōchin: (lanterna da appendere in alto) generalmente ovale, viene appesa alle grondaie o alla sommità di bastoni per le processioni durante i matsuri.
- yumihari Chōchin: ha un manico laterale ad arco ( era usato comunemente dai samurai a cavallo)
- hako-Chōchin: ( lanterna in scatola) è di tipo "ri-chiudibile" utilizzando le due estremità, diventando una scatoletta
- kago-Chōchin: ha un'intelaiatura fatta di bambu intrecciato
- fugu-Chōchin: è ricavato dal pesce palla
- e lo hozuki-Chōchin: piccolo e rosso o rigato, era un giocattolo, ora comunemente usato nelle processioni.

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